Le banche e le società finanziarie, prima di concedere un prestito o un finanziamento, effettuano sempre dei controlli sul richiedente per valutare il suo grado di solvibilità.
Uno dei primi controlli è quello che consiste nella verifica degli elenchi dei cattivi pagatori. Se siamo presenti in questi archivi significa che in passato abbiamo avuto problemi nel rimborso di un prestito, non abbiamo rispettato le scadenze di qualche rata o abbiamo mancato alcuni pagamenti.
Nel caso in cui siamo stati registrati nelle liste dei cattivi pagatori, ottenere un prestito diventa molto più difficile e complicato, in quanto la banca o l’istituto di credito vorrà maggiori garanzie.
Vediamo quindi meglio quali sono i motivi e le cause per cui si può essere segnalati come “cattivo pagatore”.
Come si diventa un cattivo pagatore?
Riportiamo, a titolo di esempio, alcune casistiche che possono portare all’inclusione nelle liste dei cattivi pagatori:
- mancato o ritardato pagamento di una o più rate di un prestito alle scadenze prestabilite da contratto
- mancato o ritardato pagamento di una o più rate del mutuo alle scadenze stabilite nel piano di ammortamento
- ritardo nei pagamenti delle rate di un finanziamento (anche carta revolving) o di un leasing
- ritardo nel rimborso degli importi pagati tramite la carta di credito
- sospensione delle rate del prestito o del finanziamento
- quando si resta per periodi prolungati in rosso con il conto corrente
- quando si emettono assegni non coperti
- quando si ritarda continuamente nel pagamento delle bollette dell’Enel, della luce, del gas o del telefono
- quando si subisce un pignoramento
- quando si subisce la revoca da parte della banca del bancomat, della carta di credito o del libretto degli assegni
- quando si fallisce, cioè si subisce una sentenza di fallimento